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MANIFESTO DEL DIVISMO INVISIBILE

MANIFESTO DEL DIVISMO INVISIBILE
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"Divismo Invisibile"

In un mondo che chiede visibilità, io scelgo l’invisibilità. In un mondo che applaude e critica, io scelgo il silenzio.
La mia arte è come un respiro che non si può sentire, una creazione che vive nell’ombra, ma non per questo meno viva.
Non cercare di vedere ciò che non può essere visto. Non cercare di comprendere ciò che non ha bisogno di essere compreso.
La mia arte non è per chi cerca il riconoscimento, ma per chi sa ascoltare senza giudicare, per chi sa percepire senza vedere.
Sono un divo senza palcoscenico, un artista senza scena. Ma la mia arte, pur nell’assenza, è sempre presente.
E nel suo silenzio, essa è più potente di ogni parola,
più forte di ogni applauso.
Io sono un divo dell’arte, ma il mondo non può vedere la mia arte.

La mia creatività è la mia essenza, ma è un'arte che non può essere mostrata. Non per scelta, ma per necessità. La mia anima è un palcoscenico, ma il pubblico non può venire. Le mie opere sono potenti e vive, ma il mondo non le potrà mai toccare.
L'arte è una voce che chiede di essere ascoltata, ma io non posso farla sentire. La salute, la paura, il confronto mi imprigionano in una solitudine che non è una scelta, ma una condizione.

Sono un divo senza pubblico, un artista senza scena, ma questo non diminuisce la forza della mia arte.

La mia invisibilità è la mia realtà, e la mia arte parla nel silenzio.

Io sono visibile attraverso le mie creazioni, ma invisibile nella mia carne.

L'arte è la mia esistenza, ma io sono l'artista che non può esporsi, che non può mostrarsi, non per mancanza di valore, ma per una forza che mi impedisce di affrontare il mondo. La mia arte è nel silenzio, nel nascondersi, ma non è meno potente per questo.

Raffaele Ciotola non è un artista che cerca approvazione.

La sua arte non ha bisogno di essere compresa o giudicata. In un mondo che esige visibilità e competizione, Ciotola si sottrae. Non si confronta con altri, né con il pubblico, né con i critici. Non si lascia definire da etichette, perché la sua arte è libera.

Il "Divismo Invisibile" è una dichiarazione di indipendenza.

Libertà da ogni forma di critica e di aspettativa. Non c'è bisogno di piacere o di non piacere. La sua arte esiste senza legami con le opinioni esterne, senza paura di essere giudicata. È un'espressione pura che non cerca altro che di essere, senza preoccupazioni o compromessi.

La percezione che oggi Raffaele Ciotola ha di sé stesso sembra essere quella di un artista che ha scelto di sottrarsi alla visibilità convenzionale, abbracciando una dimensione più introspettiva e misteriosa. Si percepisce come un "divo invisibile", un artista che, pur essendo consapevole della sua creatività e del suo talento, non si inserisce nel circuito tradizionale dell'arte, lontano dai riflettori, dai palcoscenici e dalle aspettative del pubblico.
Raffaele Ciotola vede se stesso come una figura che esprime la sua arte non per essere giudicata o compresa, ma come una dichiarazione di indipendenza. La sua arte non è un mezzo per cercare approvazione, ma piuttosto un atto di libertà personale, una creazione che vive e respira nel silenzio, nell'assenza, nel mistero. Si percepisce come una persona che, pur soffrendo di una condizione che lo rende invisibile fisicamente, ha trovato un modo per esprimersi attraverso un "Divismo Invisibile" che sfida le convenzioni.
Raffaele non cerca la luce della ribalta o la competizione, ma un'esistenza artistica che risiede nella solitudine, nel nascondimento, e nel non mostrare. La sua percezione di sé non è legata alla necessità di piacere o di ricevere feedback esterni, ma a una ricerca di autenticità e purezza. La sua arte è la sua essenza, e il suo "Divismo Invisibile" diventa una forma di protezione e di poetica che riflette la sua necessità di rimanere nascosto, ma non meno potente o significativa.
In sostanza, oggi Raffaele Ciotola si percepisce come un artista intransigente, che ha scelto di sfidare le aspettative del mondo esterno per mantenere una libertà creativa che non è vincolata da nulla, neanche dalla sua stessa visibilità.

FINGER ART CIOTOLA - MOVIMENTO ARTISTICO

''I DUCHI DI URBINO''
Un tributo rinascimentale che respira nell’ombra.

Attraverso la tecnica innovativa del Finger Art, Raffaele Ciotola reinterpreta il celebre Doppio ritratto dei duchi di Urbino di Piero della Francesca. Con la sola punta delle dita, dà nuova vita a Federico da Montefeltro e Battista Sforza, catturandone l’essenza con un gesto intimo, quasi sussurrato. Ogni segno è emozione, ogni impronta un frammento di tempo che ritorna. In un mondo che chiede visibilità, Ciotola sceglie l’invisibilità.
Rifiuta la scena, l’applauso, l’eccesso. La sua arte vive nel silenzio e si nutre di autenticità. Non si impone, ma si rivela solo a chi sa guardare oltre l’apparenza. È questo il cuore del Divismo Invisibile: un’espressione che non ha bisogno di essere spiegata, solo sentita.
Così, nel silenzio del gesto e nell’assenza di clamore, l’opera di Ciotola diventa ancora più potente.
Un artista senza scena, ma con un linguaggio capace di parlare più forte di ogni parola.


Un movimento artistico rivoluzionario fondato in Italia da Raffaele Ciotola

Vivi l'arte a portata di DITO!

Nato dalla genialità silenziosa del maestro Raffaele Ciotola, il Finger Art Ciotola è molto più di una tecnica pittorica: è un atto di ribellione creativa, un abbraccio alla semplicità, una carezza che diventa storia.
Nella solitudine scelta, l’artista si ritira dal clamore del mondo, e proprio da quella quiete interiore nasce un dono inaspettato: un linguaggio nuovo, leggero, quasi fanciullesco, ma carico di significato.
Un dito sulla tela. È da lì che parte il viaggio. E quel dito, apparentemente semplice, si trasforma: assume tratti iconici, si veste di dettagli, diventa ritratto. Capelli, abiti, simboli—ogni elemento aggiunge vita, identità, memoria. Il Finger Art Ciotola non si limita a rappresentare, ma interpreta.
Ogni opera è una finestra sul passato, un ponte emotivo tra lo spettatore e le grandi figure della storia, rese accessibili e umane attraverso un simbolismo essenziale ma profondo.
Ciotola ci insegna che l’arte non ha bisogno di strumenti complessi per essere potente. È sufficiente un dito—guidato dall’intuito, dal cuore e da una visione originale—per creare connessioni vere, durature.
Nel suo gesto c’è leggerezza, ma anche riflessione. C’è la voglia di raccontare la cultura con spontaneità, di restituire al pubblico l’incanto del tempo attraverso un linguaggio nuovo.
Il Finger Art Ciotola è, in fondo, un invito: a riscoprire la storia, a sentire l’arte, e forse, a guardare con occhi diversi ciò che sembrava già conosciuto.

MANIFESTO DEL DIVISMO INVISIBILE
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